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Concorso di poesia Patrizia Buracchi
a cura del Comitato per Patrizia
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IX Edizione, anno 2025
Sabato 31 maggio 2025, alle ore 17, presso la chiesa di Sant’Angelo al Cassero a Castiglion Fiorentino, si è svolta la cerimonia di premiazione delle poesie.
Nel corso della cerimonia sono intervenute le autorità locali e la scrittrice, filosofa e poetessa Lucrezia Lombardo
Puoi vedere l’elenco delle poesie partecipanti su: 'Poesie pubblicate'
La cerimonia di premiazione 2025 è visibile su: 'Video' e su: 'Foto'
La giuria, formata da Nicola Caldarone, Ilaria Caspani e Lucia Marchesini ha dato i giudizi e assegnato i premi:
>> Sezione Adulti
1° classificata: SPECCHI SPENTI di Stefano Milighetti
Questa poesia coglie il dramma della solitudine dell’uomo contemporaneo, incapace di porsi come persona e senza la possibilità di riuscire a riflettere sul suo vissuto. Solo la forza della fede nei valori umani gli potrà consentire di cogliere ancora “una striscia di voce viva, fragile ma intera” e un “granello di vita che pulsa nella ruggine”.
2° classificata: I BAMBINI VESTITI DI FREDDO di Maria Lucia Faedo
La poesia di Maria Lucia Faedo trae la sua ispirazione civile dalla drammatica guerra in atto in Medio oriente, mettendo in risalto soprattutto il profondo disagio dei bambini, ai quali viene negato il sacrosanto diritto a vivere da bambini. Nonostante le privazioni, questi bambini, “vestiti di freddo senza latte e senza pianto” non possono fare a meno di “addormentarsi con il sorriso, sognando di volare verso il cielo”.
3° classificata: IL TEMPO TROPPO BREVE DELLE ROSE di Gabriella Paci
Questa poesia rievoca i momenti legati alla figura della madre e l’ultima estate vissuta con lei. Ritorna vivo il ricordo di una figura che, quantunque ora lontana e incapace di dare amore e abbracci, riesce ad essere viva come “l’indelebile profumo che resta nel tempo troppo breve della fioritura delle rose”.
Segnalazioni di merito ex equo:
A-MARE di Alessandra Addari
La poetessa identifica la forza del mare con quella dell’amore. Segue ogni suo movimento, ogni suo rapido mutamento e si lascia travolgere, insieme al suo amato, diventando musica, acqua e amore.
NELL’ORA DEI LAMPIONI di Antonella Riccardi
Nell’ora della sera tutto è avvolto da una nostalgica dolcezza. Così anche l’uomo, nell’ora della sua sera, si interroga e rimane in mistica attesa, contemplando il cielo infinito, illuminato di stelle che pungono l’anima fino a far male.
VENTI DI GUERRA di Renata Pieroni
Con l’arrivo della primavera, non si può godere degli alberi in fiore. Si percepisce invece un vento gelido e la poltiglia dei fiori caduti e calpestati. In un clima di guerra in cui qualcuno avanza, qualcuno fugge e troppi cadono, si sentono parole gelide e inutili. Ci si chiede se ci sia ancora speranza; e si misura la paura.
LA LIBERTÀ di Marina Salvi
Bellissima suggestione, ammirare la Libertà e condividere con lei caffè e passeggiata. Sentirla propria, ma anche lasciarla andare dagli altri, perché non si è liberi da soli.
>> Sezione Studenti
1° classificata: ANGELI NEL CIELO di Lorenzo Calicchia
Dopo aver preso consapevolezza dell’ineluttabilità della vita, l’autore disegna due persone amate come angeli nel cielo (v. 7), rivendicando la loro vicinanza alla propria quotidianità, sebbene essi vivano nella vita oltre la vita.
2° classificata: SPERANZA di Rania Beirouti
Dopo una descrizione di quanto accaduto in orizzontale, l’autrice traccia le conseguenze che la guerra causa sul piano verticale. Le domande esistenziali paiono non essere prive di risposte, eppure una speranza resiste (v. 8): la pace.
3° classificata: LA MIA VITA È LA MIA VITA di Sara Julia Esposito
Anche nelle circostanze avverse, difficoltà e conflitti di varia natura, l’autrice rivendica la propria vita, le proprie scelte, il proprio cammino, cosicché anche nelle ombre più scure, resta una scintilla di me (vv. 7-8).
Segnalazioni di merito ex equo:
SONO IO IL PROBLEMA? di Lucia Apolli
In un mondo di relazioni sempre più isolate e parcellizzate, tenuto insieme da legami virtuali, l’autrice si chiede quale sia la natura dell’amore. Riflettendo su chi l’ha trovato, quell’amore che fiorisce (v. 5) e chiedendosi se questa felicità sia possibile anche per sé o se forse non esiste (v. 8), Lucia si apre a varie interpretazioni per culminare in una domanda dove il colpevole non viene identificato: è colpa della ragazza o del mondo?
CERCO LA FELICITÀ di Leonardo Fruscoloni
La ricerca spasmodica e insaziabile della felicità: un miraggio, una chimera o una realtà possibile? Dopo una serie di numerosi interrogativi, l’autore viene colto dalla consapevolezza che la felicità è nelle piccole cose, in ogni secondo di ogni giorno (v. 8). È necessario un apprendimento continuo che ci faccia scorgere la felicità dentro noi stessi e un esercizio quotidiano che ci insegni a viverla pienamente.
FOIANO DELLA CHIANA di Sara Julia Esposito
Splendida, ricca di immagini e ricordi personali la testimonianza dell’autrice, la quale rende omaggio ad una Foiano della Chiana vista come un luogo dove il cuore può riposare (v. 16). Celebrata anche da Vasari, i versi ci restituiscono Foiano cittadina dalle floride (v. 1) colline toscane, centro produttivo di mattoni forati, culla di uno tra i più antichi carnevali.
SE NON CI FOSSE NESSUNA GUERRA di Cristiane Genito
Di fronte agli scenari geopolitici attuali, l’autrice prende le distanze esprimendo il suo dolore e il suo dissenso attraverso un periodo ipotetico che funge da base per la stesura dei versi. La protasi, primo verso che dà il titolo al componimento, se non ci fosse nessuna guerra…. (v. 1), indaga sulle motivazioni che hanno portato ad un simile scenario. Marcata la presa di posizione: io non sono così, io non sono tra quelli (vv. 5-6). Priva di risposte ma fervida nell’immaginazione, l’apodosi sarebbe un mondo migliore (v. 13).
PIOGGIA DI GIUGNO di Riccardo Zappalorti
La nostalgia dell’amore che diventa tormento, ciò che evoca la pioggia di giugno. L’estate è appena iniziata e le strade non sono più brulicanti: sono vuote (v. 5), il cielo piange (v. 5) e i sogni sfumano (v. 6). Ogni passo è silenzio (v. 8).
IL TEMPO di Ambra Trenna
L’inesorabile scorrere del tempo genera angoscia e conduce l’autrice alla percezione che la propria vita vada a rilento (v. 3). Se la fugacità della vita può essere ostacolo, è pur vero che “Hic et Nunc” vi è la possibilità di cambiare. Senza appello la chiusura: ma nonostante le difficoltà, il tempo non mi fermerà (vv. 9-10).
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